Ho sempre avuto il sospetto, ora confermato, che sono un po’
troppo camaleontica.
Si torna a provare R+J Story, per le repliche di marzo e,
puntuale come un orologio svizzero io comincio a cambiare personalità. L’anima dolce e gentile che prima di natale
si era insidiate nella mia sala prova ha fatta le valige e piano piano mi sto
trasformando…. Non è così spaventoso, mica mi crescono il pelo e i denti da
lupo mannaro ma sto mutando. Sono un pochino
meno propenso al buonismo coltivato durante ‘Tutti insieme appassionatamente’,
e piuttosto agguerrita! Per carità, non è che mi lamento: in una settimana sono
riuscita a concludere tante cose che si trascinavano da tempo. Sono più
energica, pronta a dare battaglia e più convinta. Il contrario si legge più
cocciuta, meno paziente e più severe, ma
non si può avere tutto nella vita! Trovo
solo curioso che lo spettacolo che sto lavorando influisce così tanto sul mio
modo di essere. Devo ricordarmi di non mettere mai in scena Dracula, tutto
qui!!!
R+J Story, appunto. Quest’estate l’abbiamo messo in scena al
Chiostro di S.Maria in Organo, è un rinfacciamento di West Side Story, ma
ambientato a Verona, nei giorni nostri. A me era piaciuto, ho lavorato molto,
insieme a Marco, all’ambientazione cercando un modo per spiegare questa storia
dal 14esimo secolo (West Side Story non era che Giulietta e Romeo anni 50’ in
America) in chiave moderno e alla fine siamo riuscite. Non era un spettacolo
facile da portare in giro, anche perché la scenografie era lo stesso chiostro,
ma per il luogo e il momento era giusto.
Purtroppo, per quanti complimenti ricevi alla fine ti rimangono impresse sempre
quelle poche parole negative che ti vengono quasi sputate addosso. Poi se
arrivano da chi, di solito tifavo per te
– allora ti rimangono dentro. Non riesco
a tiramele via, ho riguardato il video e non capisco, ma ci deve essere della
verità, in fondo le parole dette in un momento di rabbia o sconforto sono quasi
sempre più veritiere di quelle espresse dopo accurata meditazione. Certo la messa
in scena era molto attuale, sia per il linguaggio sia per la rabbia di
sottofondo che contraddistingue il periodo che la città, il paese o forse il
modo sta vivendo, ma non c’era una volgarità gratuita. Le scelte registiche
erano ben ponderate per arrivare a sottolineare le situazione e non per schioccare
a tutti costi per sentirmi ‘anticonformista’. Forse ho capito l’equivoco, quando
uno va a teatro a vedere un musical ha delle aspettative, soprattutto in Italia
dove i musical più impegnativi non godono di gran successo, (Italia è l’unica
paese europea a non avere mai prodotto’ Les Misèrables’), aspetta una serata di
canti, balli e divertimenti ‘leggeri’. R+J non è così è il pubblico forse viene
preso in contropiede ….
Oggigiorno,
essere giovani è più difficile che trent'anni fa, essere genitore è più
difficile, essere compresi e comprendere attraversa il ‘chat’ è praticamente
impossibile …. Sono d’accordo, ma i problemi e le soluzioni, gli errori e le
tragedie rimangono uguali a quelli di secoli fa…. Meditiamo.
Un spettacolo teatrale non deve per forza divertire, ma lo
spettatore dovrebbe avere la possibilità di scegliere se vuole vederlo
conoscendo i fatti prima di acquistare il biglietto.
Nessun problema, ho fatto un nuovo promo! Patti chiari,
amicizie lunghe…..
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