domenica 17 aprile 2016

Una vera 'star' non è mai una 'diva'



Era da febbraio che avevo in mano i biglietti per vedere Sunset Boulevard, da febbraio che seguivo forum, blog, e news varie sul andamento delle prove, il casting ed il gossip delle quarantatré serate che avrebbe vista Glenn Close, riprendere il suo pluri premiato ruolo in questo musical al West End di Londra.

Più le critiche e le recensioni erano superlativi più crescevano le mie aspettative, e non è mai bello arrivare in teatro con le aspettative troppo alte, si rischiano forte delusioni … ed invece no, questa volta no… tutto quello che avevo letto non riusciva minimamente a togliere la magia di venerdì sera.

Dalla prima entrata in scena Glenn Close ha ipnotizzata una platea di tremila persone. Abbiamo assistito ad un vero ‘masterclass’ del ruolo di un attore in un musical. Personalmente è stato il più bella messa in scena che io abbia mai visto.

L’orchestra dell’English National Opera (ottanta elementi) erano sul palco e la maestosità della partitura di Andrew Lloyd Webber l’abbiamo gustato come mai prima d’ora. La scenografie era statica, con quattro scalinate di ferro e passatoie a costruire una gigantesco telo di ragno sopra la loro testa. Una regia strepitosa, geniale nella sua semplicità che ha costretta la Sig.ra Close a salire e scendere innumerevole volte su e giù per le scale. A metà del secondo tempo eravamo stanchi noi in platea e questa sensazione di stanchezza non faceva che sottolineare la fatica e la fragilità della protagonista per la situazione in cui si trovava.

Non faccio una recensione dello spettacolo, non sarei in grado, piuttosto prendo i momenti che più mi hanno colpiti.

Alla prima canzone sua si ha già la certezza che il prezzo del biglietto e il viaggio a Londra erano giustificati.

Alla fine del primo tempo il pianto era qualcosa di straziante. Sembrava il pianto che tutti noi avremo voluto fare almeno una volta nella vita, pieno di rabbia, di impotenza, di disperazione per qualcosa o qualcuno che abbiamo perso nonostante i nostri sforzi. Un pianto che partiva nell'anima e che usciva attraverso il corpo a rannicchiato quasi per proteggersi da sé stesso. Guardandomi attorno piangevamo in molti con lei. Poi un secondo dopo, con il braccio allungato per stringere a se la sua ‘preda’ sembrava una ‘vedova nera’ che cattura un insetto nella ragnatela, un cambio di emozione così veloce e così sottile che ti lasciva spiazzata…luci in platea, intervallo, ci guardiamo tutti e l’unico parole è: “Wow”!

Secondo tempo; lei è seduta, un occhio di bue puntato, con un movimento impercettibile riesce a trasmettere la paura, la gioia, l’insicurezza e la completa convinzione di essere ‘la più grande stella del cinema’ tutte a lo stesso tempo e poi, canta una canzone con una recitazione così straordinaria che ci troviamo tutti di nuova a piangere (e la canzone non è nemmeno triste)!!!

La scena finale forse le varrebbe l’oscar che non ha mai vinto. La contrapposizione continua di forza è fragilità disorienta, alla fine il pubblico è confusa quanta lei.

C’è poca da dire, quando Glenn Close è in palco non si riesce a distogliere lo sguardo da lei, io ci ho provato ma sembra una calamità, in fondo in questo gigantesco tele di ragno ci ha catturata tutti.
Forse la chiave è la completa onesta con la quale lascia sprigionare le emozioni e l’energia, forse è la generosità che mostra in palco con i compagni, di sicura è qualcosa della quale mi sento privilegiato di aver potuto vedere e condividere.

Tutto il cast era bravissimo. Quando escono per i saluti finale percepisce la voglia di tutti di alzarsi in piedi già per il primo che entra, ma non si può, man mano che entrano gli altri protagonisti questa voglia cresce, quando finalmente entra lei, 3000 persone si alzano i piedi come tanti fuochi di artifici sparati nel cielo. Dieci minuti di standing ovation, curtain calls a non finire.

Andiamo allo stage door, dopo mezz’oretta esce, piccolina, capelli corti e bagnati, (a Londra c’era freddissimo) struccata completamente. Sorride, si ferma a firmare autografi, parla con le persone, e dolcissima, umana, umile…sta ancora ‘dando’.

Penso che la mia generazione è stata molto fortunata. Abbiamo conosciuto veri talenti, gente formato da scuole dure. Abbiamo avuto attori come Glenn Close, Meryl Streep, Leonardo di Caprio, Jack Nicholson.Protagonisti come Ted Neely.  Noi siamo la generazione di Andrew Lloyd Webber, Stephen Sondheim, Boubil e Schoenberg. Di Cats, Phantom of the Opera, Sweeny Todd, Les Miserablès e Miss Saigon.

Penso alla generazione di oggi che hanno i Kardishan e i reality, che rispondono male alle maestre a scuole riprendendo il tutto con i cellulari. Che parlano di loro diritti e di ciò che li spetterebbe già a dieci anni e gli auguro genitori saggi, insegnanti capaci e l’umiltà delle ‘grande star’.






domenica 10 aprile 2016

E se il film non piace...?





Ci sarebbero tante cose da dire, ma pensandoci bene anche no...

La scuola della CMT offre corsi di danza, canto e recitazione e, alle fine del anno scolastico fa un saggio con tutti gli allievi. Durante le preparativi per il saggio gli insegnanti, collaborando tra di loro, cercano di dare ad ogni allievo un momento, un ruolo, una battuta, una canzone o un attimo dove possono mettersi in luce. Io dirigo la scuola, ho la decisione finale su tutto ma non avendo fatto parte del 'Terzo Reich', chiedo consiglio a tutti i miei collaboratori. Insegnanti, scenografa, costumista, truccatrice.

La compagnia della CMT è un gruppo di performers amatoriali. Io sono la regista. Tutti le decisioni che riguardano i vari aspetti della compagnia sono messi al voto. Io ho un voto.

La compagnia ha presa una decisione per quanto riguarda la stagione estiva. Io sono pienamente d'accordo con questa decisione. Ho votato a favore. Non sempre voto a favore. Spesso io e la compagnia non vediamo le cose nelle stesso modo. Spesso io devo stare a decisione prese a cui non sono a favore. Alle volte il tempo mi ha dato ragione, altre volte torto. "C'èst la vie"

Un amico, molto più saggio di me, (per fortuna) dice:

"Quando si va al cinema e comincia il film, beh, potrebbe anche non piacerti, potrebbe sembrarti una cavolata. In tal caso se libero di alzarti e di andartene. Di certo non sei libero di dire la tua ad alto voce, rovinando il film a chi invece lo sta guardando, non sei libero di cercare di convincere gli altri spettatori, che il film è una cavolata. In questo caso sarebbe il direttore del cinema ad aver ragione nel chiederti di lasciare il cinema....."

Il mio amico è proprio saggio.

Io sono felice, domani vediamo la Viola!!!!

domenica 3 aprile 2016

Tre, due, uno ...Via!

Adesso si che si incomincerà a lavorare! L’estate, almeno quello meteorologica, sembra quasi alla porta. Le giornate lunghe e soleggiate hanno preso il fisso dimora ricordandoci che tra dodici settimane si debutteranno gli spettacoli estivi. Come sempre, siamo già a buon punto! Ironia a parte il cambio dall’ora solare all’ora legale funga da sveglia per chi, come me, deve affrontare una ‘stagione estiva’. (portate pazienza ma oggi troverete virgole ovunque, sto cercando di capire come usarle bene! Ammetto una lacuna pazzesca per la grammatica, superata solo dal uso casuale del maschile e femminile)

Perfetto, allora: Tre, due, uno, VIA!!!

Abbiamo ricevuto le date della nostra stagione nei cortili, quest’anno saremo in scena dal 15 al 25 luglio, e per complicarci un po’ la vita presentiamo due spettacoli invece di uno. Credo che ho una buona dose di masochismo…datemi una situazione complicata e io te la complica ancora di più… ma nella vita chi si ferma è perduta, dicono.

Non vi dico i titoli ma, abbiamo fatto le foto per il materiale pubblicitaria e secondo me riuscirete ad indovinare da soli.

Un indizio potrebbe anche essere il fatto che in settimana mi sono arrivate a scuola il copertone vecchio di un trattore, un bidone vuoto di olio industriale e un pezzo di forno gigante in carta pesta. Ah si, dimenticavo uno dei spettacoli debutterà praticamente a luna piena, evitandomi il disturbo di dovere appendere una luna finta.

Come secondo indizio la compagnia potrebbe anche decidere di fare un viaggio di gruppo a Mykonos, con la scusa di documentarsi bene su gli usi e costumi ovviamente. Il method acting mi è sempre piaciuto, specie se si tratta di vacanze didattiche!!!



La scuola di Valeggio ha partecipato alla sua prima rassegna di danza. Chi mi conosce sa che io evito le rassegne ma, una promessa è una promessa. Dire la verità, vivere una rassegna attraverso gli occhi di ragazzine entusiaste e emozionate di ballare per la prima volta in un teatro ‘importante’, toglie un po’ di mie pregiudizi. Fa scoprire un mondo nuovo alle persone non può che essere una bella cosa per entrambe le parte. Livello comunque alto, ci sono delle scuole che tecnicamente sono ineccepibile, mi lascia un pochino perplesso la poca gioia che ho visto sul palco. Se sono allieve, che comunque per quanto possono essere bravi probabilmente, considerando le statistiche, non faranno mai carriera… beh, forse un’espressività un pochino più distesa con un sorriso ogni tanto non avrebbe guastato. Se per i medici vale la frase  "Primum non nocere" forse per gli insegnanti di danza dovrebbe valere una frase tipo “Primum fatele divertire e amare quello che stanno facendo”…

Buona settimana!