Appena varco l’ingresso artisti, tutti i motivi per la quale
me ne ero andata anni fa si svegliano da un decennio di ibernazione e cominciano a prendermi a pugni! Un oceano di costumi colorati e chignon ovunque, isolotti di mini ballerini, accompagnati da insegnanti, quasi tutti che
cercano nello spazio ristretto di un atrio a ripassare i balletti, “cinq, sei,
sette, otto - Marika, sta un centimetro
più a destra”. Aiutoooooo… mi giro velocemente e punto verso la platea, almeno
lì sarà meno caotica. Non c’è posto da sedersi e allora mi accomodo sul
pavimento, dove alla fine di ogni esibizione vengo calpestata dalla gente che
entra ed esce, tutte le ragazzine mi
chiedono scusa, gli adulti invece no, chissà…. Durante i balletti c’è il ‘tifo’
per la propria scuola, rigorosamente non si tifano le altre scuole, ad
eccezione per le scuole che hanno ballerine giovanissimi che, per fortuna
vengono ‘tifati’ da tutti …. Ma perché si deve fare il tifo???? Da quale teatro
nel mondo è partita questa moda orribile? Quando balla Roberto Bolle, la platea
rimane in un silenzio quasi religioso, a meravigliarsi dalla sua bravura, per
poi scoppiare in un applauso scrosciante alla fine in segno di approvazione.
Mica ha bisogno di qualcuna che grida ‘Vai, Roby!’ a metà per riuscire a fare
un bel tours-en-l’air…
Eccola!! Ho scoperta perché si tifa….mentre il Roberto
nazionale tiene alta l’attenzione del
pubblico la platea di domenica
viene mandata a nanne, poi, colta da rimorsi cerca di tenersi sveglia urlando e
UuUuUoando!! Ma ragazzi, un po’ di
energia, un po’ di personalità…insegnanti, smettete di preoccuparvi se Marika e
fuori riga di un centimetro e cominciate ad infondere in Marika la voglia di
‘dare’. Quando sali in palcoscenico sei
tu che devi dare qualcosa al pubblico che ha ‘ipoteticamente’ pagato un
biglietto di ingresso. Domenica mi sentivo molto ‘Alice nelle paese delle
meraviglie’, gli artisti pretendevano dalla platea, la platea faceva
spettacolo, il retropalco era tutto un spettacolo, ma di spettacolo vero ce n’era
poco. Non metto in discussione, tecnica, coreografie o talento, non mi permetterei,
ma di teatralità, passione per la danza
e il sapere stare in scena……parliamone!
La presenza scenica non si insegna? Allora io sono gran
fortunata perché dalle mie parte ho trovato tutte persone naturalmente dotate….
A scuola lunedì un allieva nuova mi fa l’osservazione che,
seconda lei, l’insegnante poteva fare una coreografia più semplice che
permettesse anche ai principianti di
partecipare… Ah no cara, affinché ci sono io, alla mia scuola il palcoscenico rimane un punto di
arrivo …. Ci arrivi al saggio dopo un anno di studio, alle rassegne e concorsi quando meriti, in compagnia amatoriale quando sei brava e, a livello
professionale forse mai …. Il palcoscenico è di tutti ma va trattato con il dovuto rispetto
: Per dare spettacolo ballando, basta
approdare in discoteca e buttarsi in pista - per fare spettacolo danzando, ci vuole qualcosa in più.
a proposito di energia, personalità e presenza scenica eccovi tre bambini eccezionali
Buona settimana!



